L'idea di questo blog nasce mentre ero ancora in giro per la Namibia con i miei compagni d'avventura. Avevamo tutto quello che ci occorreva: le foto, un diario di viaggio e la voglia di raccontare un'esperienza fantastica.

Tappa Nr. 8: Twyfelfontain

11 agosto 2007

Partiamo da Swakopmund in direzione nord per arrivare a Twyfelfontain. Durante il viaggio incontriamo delle bancarelle improvvisate di un gruppo di Herrero. Ci fermiamo a fare degli acquisti: collanine e pietre. Credo che il modo migliore per portarsi a casa dei ricordi dalla Namibia sia proprio quello di comperare oggetti direttamente dalle tribù locali, si risparmia e ci guadagna chi ne ha più bisogno. Arrivati a Twyfelfontain andiamo a visitare la Burn Mountain e la Petrified Forest. I posti sono per veri appassionati di geologia, il turista medio potrebbe rimanere deluso da questi luoghi senza un minimo di passione per le scienze. La Burn Mountain è un luogo desolato, una montagnetta bruciata, nera come il carbone, antica eredità di quella che milioni di anni addietro fu una zona vulcanica. Qui abbiamo visto la fantomatica pianta che vive anche fino a mille anni. Alcune storie raccontano che basta dargli un po' d'acqua per vederla fiorire. Gente del posto ci ha assicurato che la storia è tutta inventata, la pianta fiorisce (come tutte le piante) quando arriva la stagione della fioritura. Ci siamo poi diretti a alla Petrified Forest. Lungo la strada abbiamo trovato diversi cartelli scritti a mano che indicavano Petrified Forest, in realtà sono abili azioni di marketing, sono delle bancarelle improvvisate che si spacciano per la mirabolante Petrified Forest. Arrivati alla vera Petrified Forest paghiamo l'ingersso per entrare nel parco. La visita la si può effettuare solo con una guida. In effetti i tronchi pietrificati riversi sul terreno sono un'occasione tropppo ghiotta per qualche vandalo o per qualche turista distratto. Anche questo posto può essere apprezzato veramente da chi è appassionato di geologia. La foresta pietrificata ha avuto inizio con una immensa innondazione che ha portato un gran numero di alberi da quello che oggi è il Sudafrica fino in Namibia. Li le piante si sono pietrificate dando origine ad un fenomeno più unico che raro se si pensa al gran numero di alberi pietrificati e al fatto che molti arbusti sono ancora pressochè interi.

Si fa sera e andiamo al lodge. Alloggiamo Al Twyfelfontain Country Lodge. Il posto è molto bello, sembra il Kulala Country Lodge ma se la 'tirano' di meno. I lodge sono grandi, spaziosi e immersi nella natura. C'è tempo per fare il bucato, il sole e il clima asciutto sono adatti per asciugare i panni, tra l'altro c'è una piccola veranda davanti agli appartamenti, comoda per stendere i panni. Andiamo a mangiare. I vialetti che dai lodge portano al ristorante sono abbastanza illuminati, noi comunque le torce ce le portiamo dietro. La cena è davvero deliziosa. A parte le bevande, per le pietanze ci si serve a buffet e praticamente si può mangiare senza limiti. Con grande sorpresa devo constatare che una parte del personale parla italiano. Probabilmente Twyfelfontain è una zona molto battuta dai nostri connazionali. La cena è superba, anche per la varietà dei piatti. Oltre al solito orice, springbok e kudu, per la prima volta ho mangiato il coccodrillo. Non male anche se, confrontato con l'orice, risulta un po' meno saporito. Comunque ci si può sempre rifare con i dolci che ve ne sono in abbondanza. Quasi sul finire della cena il personale (tutto di colore) si esibisce in canti e danze africane. I loro canti ricordano i Gospel degli afroamericani ed è davvero gradevole sapere che anche tra i giovani namibiani certe tradizioni canore continuano a sopravvivere. Fanno girare un piccolo cestino per un offerta da fare al personale che si è esibito. Pochi dollari namibiani per noi valgono poco ma per loro possono valere molto. Gli diamo qualche dollaro, altri tavoli fanno finta di niente e non danno nulla, comunque a fine serata la brava gente che ha dato qualcosa è senz'altro di più Si va a dormire e le stanze sono un po' buie, la luce è fioca e Gianni ha qualche problema a scrivere il suo diario di viaggio.

12 agosto 2007

Facciamo colazione e andiamo a visitare le incisioni rupestri, la grande attrazione di Twyfelfontain. Per entrare bisogna pagare e ci si muove accompagnati da una guida (come alla Petrified Forest). L'escursione è interessante, a tratti il percorso è un po' impegnativo ed è bene essere muniti di scarpe da trekking e non avere problemi di deambulazione. In alternativa si può scegliere un percorso meno impegnativo ma sensibilmente meno interessante. Le incisioni rupestri di Twyfelfontain sono ancora in parte avvolte nel mistero. Non si sa di preciso chi le abbia eseguite anche se, molto probabilmente, furono eseguite da cacciatori in quanto non vengono rappresentati animali domestici.
Nel pomeriggio, con un tour organizzato dal lodge, partiamo per un safari fotografico alla ricerca dell'elefante del deserto. Il mezzo è una sorta di camion con quattro ruote motrice che si è addentrato in posti impossbili da raggiungere per noi turisti. Dopo un po' di ricerca alla fine abbiamo trovato un gruppo di una quindicina di elefanti. Molto emozionante anche perchè è stato il nostro primo incontro con questi pachidermi. Sulla via del ritorno c'è stato il tempo per ammirare il tramonto. Dopo il tramonto il freddo si fa ancora sentire e Gianni, che non si era portato con sè la felpa ha patito del gran freddo.