L'idea di questo blog nasce mentre ero ancora in giro per la Namibia con i miei compagni d'avventura. Avevamo tutto quello che ci occorreva: le foto, un diario di viaggio e la voglia di raccontare un'esperienza fantastica.

Quattro cenni storico-geografici

La Nambia si trova nell'Africa del sud e confina a Nord con l'angola, ad Est con il Botswana, a Sud con il Sudafrica e ad Ovest con l'oceano Atlantico. Trovandosi nell'Emisfero Australe le stagioni sono inverite rispetto all'Europa.

Il paese conta poco più di due milioni di abitanti divisi in circa unidci etnie. L'etnia più numerosa è la Ovambo (circa la metà della popolazione) anche se, girando per il paese, si ha l'opportunità di conoscere molte altre etnie tre le quali gli Herero e gli Himba. Abbastanza numerosa è la percentuale di bianchi che sono circa il 6% della popolazione namibiana.

La Namibia ha ottuenuto l'indipendenza dal Sudafrica nel 1990 ma i legami con questa nazione sono ancora forti. Basti pensare che la moneta ufficale (il dollaro Namibiano) e la moneta Sudafricana hanno entrambe corso legale nel paese, per lo meno questo è quanto ci è capitato di vedere nel nostro viaggio nell'Agosto del 2007. Inoltre molta frutta e verdura viene importata dal Sudafrica, così come alcune auto usate per il noleggio. Noi abbiamo girato per la Namibia con un pick-up con targa sudafricana.

La Namibia fu colonizzata dalla Germania nell'XIX secolo e il segno lasciato si sente ancora oggi. Il tedesco è una lingua ancora usata dai bianchi namibiani (anche se l'inglese è la lingua ufficiale e lo parlano quasi tutti). Se andate a Swakopmund (tappa assolutamente obbligatoria per chi visita la Namibia) vi sembrerà di essere in Germania (guardate le foto per credere), persino il menu al ristorante è in tedesco.

L'economia del paese poggia principalmente sull'estrazione dei minarali, soprattutto uranio e diamanti. Dopo le tre settimane passate in quel paese mi viene da dire che anche il turismo comincia ad avere un ruolo importante. Ho incontrato molti italiani in Namibia anche se la maggior parte dei turisti proviene dalla Germania.

Vaccinazioni

Io non sono un dottore per cui non posso dare consigli se non quello di non andare in Africa senza aver consultato prima un medico. In particolare è bene rivolgersi a chi conosce le problematiche che si possono riscontrare in un viaggio in Africa. Io mi sono rivolto all'Ospedale "G. Fornaroli" di Magenta (Milano) dove ho trovato del personale preparato e anche molto cortese. Ad un primo colloquio, nel quale abbiamo illustrato il nostro viaggio, è seguito un appuntamento nel quale abbiamo fatto le vaccinazioni di rito. Il tutto è stato ben gestisto e mi è stato pure rilasciato un tesserino con le vaccinazioni fatte (che mi sono portato con me in viaggio) e gli eventuali richiami da fare (con tanto di periodo consigliato in cui prendere l'appuntamento, sempre in ospedale).

La cifra pagata è stata di poche decine di euro.

A dire la verità la Namibia mi è sembrato un paese pulito ma ad ogni modo è sempre meglio non sottovalutare certe malattie anche perchè alcune vaccinazioni credo servano anche da noi in Europa (vedi ad esempio la vaccinazione contro l'epatite A).

Per quanto riguarda la malaria devo dire che durante il mese di agosto in Namibia non ho visto una zanzara neanche a pagarla, nemmeno nel nord del paese dove il pericolo malaria c'è tutto l'anno. Molto probabilmente nel periodo delle pioggie la cosa è diversa, io però sono andato in un periodo in cui nell'emisfero australe era inverno per cui non so dire, in termini di quantità di zanzare, com'è la situazione negli altri periodi dell'anno. Io, comunque, il trattamento antimalarico l'ho fatto anche se in Namibia ho conosciuto alcuni italiani che non hanno intrapreso alcuna profilassi antimalarica.

Tappa Nr. 18: Windhoek


23 agosto 2007

Arriviamo a Windhoek nel pomeriggio e prendiamo possesso delle camere per l'ultima notte da passare in Namibia. Il caso vuole che ci vengano assegnate le stesse stanze del primo giorno. Alla sera usciamo e andiamo a mangiare da Joe's Beer, dove avevamo cenato il primo giorno, dove tutto era iniziato ora tutto finisce.

24 agosto 2007

Ultimo giorno, l'areo parte alle sette di sera e così abbiamo il tempo di girare la città. Windhoek è una citta moderna con palazzi, centri commerciali, banche e il tribunale. Parcheggiamo il fuoristrada in centro in un parcheggio a pagamento e facciamo due passi. Ci sono parecchi negozi da visitare, molti vendono oggetti tipici africani altri vendono prodotti tipicamente occidentali, ci sono persino grandi negozi di articoli sportivi con tutte le marche più note. In centro c'è un bellissimo centro commerciale che vale la pena di visitare. Al suo interno ci sono tanti negozi interessanti compresa qualche gioielleria dove è possibile acquistare diamanti namibiani. Dopo aver visitato città come Windhoek e Swakopmund mi sono reso conto che l'Africa non è sempre come la immaginiamo, c'è un'Africa moderna e che sta al passo coi tempi e che potrebbe nascondere grandi opportunità. Per un occidentale non è poi diffcile adattarsi alla vita namibiana (a parte i vegetariani) e credo che questo sia dovuto anche al fatto che quel 6% di bianchi che oggi vive là ha influito molto sugli usi e costumi del paese, così come hanno fatto i bianchi in Sudafrica. Girando per Windhoek si ha la sensazione di trovarsi nel bel mezzo in una città cosmopolita, dove puoi incontrare gente proveniente da ogni parte del modo e dove la maggior parte degli abitanti conosce almeno tre lingue: l'inglese (quella ufficale), l'afrikaans, e quella della propria tribù. Sicuramente l'apartheid ha lasciato ferite così profonde che solo il tempo potrà guarire ma vista così la Namibia sembra essere proprio sulla strada giusta per il rinnovamento politico e sociale.
Il nostro giro per la città volge al termine. Cambiamo i nostri dollari namibiani in euro presso un ufficio cambi del centro e poi torniamo al lodge. Andiamo a restituire l'auto che viene controllata per eventuali danni. Il vetro del parabrezza è scheggiato ma per fortuna avevamo fatto un'assicurazione anche per il parabrezza (cosa molto utile visti tutti quei chilometri di sterrato). Completate alcune formalità burocratiche relative al noleggio veniamo accompagnati all'aeroporto dove ci attende il nostro volo per Francoforte. Adesso la nostra vacanza è proprio finita.

Mentre salgo sull'aereo mi volto a guardare per l'ultima volta l'arida savana che si stende davanti ai nostri occhi e dentro di me penso che quello non è un addio ma solo un arrivederci perchè un giorno, prima o poi, ritornerò in Namibia.

Tappa Nr. 17: Harnas Wildlife Foundation

22 agosto 2008

Facciamo un'ottima colazione e poi lasciamo il Waterberg in direzione dell'Harnas Wildlife Foundation, un centro per il recupero degli animali. A metà strada incrociamo un autobus fermo in direzione opposta alla nostra. I passeggeri sono tutti ai bordi della strada e l'autista è intento a riparare il motore. Ci fermiamo e chiediamo se hanno bisogno di aiuto. Si avvicina una signora di colore di almeno 120 chili con al seguito cinque o sei bambini e ci spiega che il motore si è guastato e che sono fermi lì da quasi due ore. Hanno bisogno di un meccanico che si trova nel paese dal quale sono partiti. Diamo il passaggio ad uno dei passeggeri perchè possa chiedere aiuto. La deviazione che dobbiamo fare è davvero minima, di tempo ne abbiamo e poi non possiamo lasciare in mezzo alla savana quella gente senza dare un minimo di aiuto. Il tizio a cui diamo il passaggio è un uomo di colore piuttosto taciturno, ho come l'impressione che non parli troppo bene l'inglese e che sia un po' timido. Arriviamo in una cittadina di quattro anime che ricorda Opuwo molto più in piccolo. Lasciamo il nostro passeggero in una stazione di servizio dove c'è anche un meccanico, a questo punto ci penseranno loro a raggiungere l'autobus. Riprendiamo il nostro viaggio per l'Harnas ma le indicazioni in questo caso non erano delle migliori e sbagliamo strada. Per fortuna ce ne accorgiamo e riprendiamo la strada giusta. Arriviamo finalmente all'Harnas Wildlife Foundation. La riserva è molto grande e i lodge si trovano vicino a dove dimorano gli animali. Naturalmente i leoni, i ghepardi, i babbuini, i leopardi e altri animali pericolosi si trovano all'interno di immense recinzione (lo spazio a loro disposizione è notevole). Altri animali, invece, li ho visti liberi di scorazzare come ad esempio un Orice che non è proprio un animale piccolissimo. Il giardinetto (di sabbia e pietre) antistante il nostro lodge è territorio di un bellissimo gatto che solo potesse entrerebbe in stanza per dormire con noi. Dobbiamo stare attenti a non farlo entrare. Si cena alle sette, l'ambiente è eccellente e anche il pasto è ottimo. Per le dieci si va a letto, domani ci attende l'escursione tra gli animali.

23 agosto 2008

Sveglia alle sette e colazione. Oggi ci attende la visita agli animali. La nostra guida è un ragazzo di colore molto simpatico che parla l'inglese molto bene. Con lui ci sono due ragazze che fanno del volontariato, dal loro accento mi sembrano americane. La nostra escursione prevede un giro tra gli animali del centro per portare loro da mangiare. Attaccato al fuoristrada sul quale siamo imbarcati c'è un carretto con il cibo da distribuire, saranno le ragazze e la guida a dare loro da mangiare noi ci limiteremo a fare da spettatori. Durante il nostro giro portiamo da mangiare a babbuini, scimmie leopardi, ghepardi, leoni e cani selvatici. A seconda delle ferite o delle malattie di cui erano affetti, alcuni animali si trovavano riuniti in branco altri erano soli o al massimo in coppia. Attorno alle recinzioni corre un filo in cui passa corrente elettrica a 5000 Volt. Il leone si è dimostrato un animale molto aggressivo infatti appena ci siamo avvicinati alla recinzione l'animale ha fatto sentire il suo potente ruggito e ha fatto un grande balzo verso noi. Per fortuna che c'era la recinzione e l'alta tensione. Le scimmie sono invece animali dispettosi, bisogna stare attenti quando si avvicinano soprattutto per chi porta gli occhiali, tendono ad afferrarli e a portarli via. Molto bello è stato il giro dai ghepardi. In questo caso siamo entrati nella recinzione, però senza scendere dal veicolo. I ghepardi sono animali da una linea snella e velocissimi, assomgilano a dei grossi gattoni e in effetti emetteno dei suoni che sembrano dei miagolati. Nel nostro giro abbiamo visto anche linci e coccodrilli, tutti animali in attesa di guarigione per poter poi essere trasferiti nei parchi come l'Etosha.
Alla fine del giro si parte per l'ultima tappa della nostra vacanza: il ritorno a Windhoek da dove prenderemo il nostro aereo per casa.